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ll piede è formato da 26 ossa, numerosi muscoli e complesse articolazioni. Si distingue in:
Avampiede: in cui si trovano le ossa delle falangi e dei metatarsi;
Mesopiede: in cui si trovano l'osso cuboideo, i tre cuneiformi, e lo scafoide tarsale;
Retropiede: in cui si trovano l'osso astragalo e calcagno.
La pianta del piede non poggia completamente sul terreno ma si alza nella volta plantare, superficie concava delimitata da tre archi, detti archi plantari, che costituiscono anche i lati della superficie plantare del piede. L’assenza della volta planare indica che ci troviamo davanti ad un piede piatto (vedi foto).
La volta plantare presenta tre punti d’appoggio: la testa del primo metatarso (A), la testa del quinto metatarso (B) e il calcagno (C). Ogni punto d’appoggio è comune a due archi contigui.
Il peso del piede quando si è in piedi è distribuito:
· 50 % tallone
· 15% sull’esterno del piede (arco laterale)
· 35% sull’interno (arco mediale)
È una patologia che interessa il primo dito del piede. Per alluce valgo s’intende una deviazione del metatarso verso l’esterno e delle falangi verso l’interno.Chiunque può essere affetto dall'alluce valgo, ma solitamente è più comune nel sesso femminile. Il disturbo tende a comparire, con maggiore incidenza, in età matura o senile.
Le cause dell'alluce valgo possono essere:
Congenite: hanno un rischio aumentato; le persone che presentano alterazioni del piede presenti dalla nascita (esempio: piedi piatti) le persone con un'anamnesi familiare positiva (ereditarietà), soprattutto nei casi di alluce valgo giovanile.
Acquisite o secondarie: un maggior rischio si può avere in pazienti affetti da: l'artrite reumatoide, gotta, l'ipermobilità dell'articolazione metatarsale, il basso tono muscolare, alcune malattie neuromuscolari e del tessuto connettivo (come la sindrome di Marfan).Un rischio aumentato si può avere in pazienti che abitudinalmente indossano modelli di calzatura inadeguati alla fisiologia del piede, come ad esempio scarpe con punta stretta, troppo piccole o col tacco alto. Quest’ultime non adattandosi adeguatamente al piede, costringono l'alluce in una posizione non naturale e non assecondano la corretta pronazione dello stesso.
Obiettivo chirurgico
prevede la correzione dell’asse del dito deviato e la rimozione dell’esostosi (cipolla) del metatarso.
Indicazione: Non può essere impiegata in tutti i casi di alluce valgo. È sconsigliato nei pazienti con gravi deformità, con lussazioni irriducibili e strutturate (angolo intermetatarsale superiore ai 20°), grave degenerazione cartilaginea delle superfici articolari e artrosi conclamata
Tecnica chirurgica: Per eseguire la correzione ci si avvale di uno specifico strumento motorizzato, che mediante delle microfrese, (foto a destra) inserite tramite 2-3 piccoli buchini sulla cute, consentono il taglio osseo e quindi la correzione del dito. (Vedi foto sotto)
Vantaggi della tecnica percutanea:
Rispetto la tecnica tradizionale l'intervento è scarsamente doloroso.
Il recupero clinico è rapidissimo, con deambulazione che può avvenire subito dopo l’intervento.
La durata dell'intervento non supera i 20 minuti, è praticato in anestesia locale e può essere eseguito in Day Hospital.
Indicazioni post-intervento
Poiché il mantenimento della correzione è affidato alle fasciature si richiede un periodo di riposo di almeno 4 settimane. Ogni settimana per 4settimane, verranno rinnovate le fasciature, al fine di favorire la consolidazione dell’osso nella giusta posizione.
Come detto, la deambulazione con carico completo è concessa subito dopo l’intervento, ma deve essere eseguita con opportuna scarpetta (scarpetta di Baruk).
Per almeno 15 giorni, dovranno essere somministrati anticoagulanti.
È una patologia che interessa il primo dito del piede. Per alluce valgo s’intende una deviazione del metatarso verso l’esterno e delle falangi verso l’interno. Chiunque può essere affetto da alluce valgo, ma solitamente è più comune nel
sesso femminile. Il disturbo tende a comparire, con maggiore incidenza, in età matura o senile. Le cause dell'alluce valgo possono essere sia congenite che acquisite(vedi tecnica percutanea). Quando la deformità è grave, l'alluce è talmente deformato che va a posizionarsi sotto il secondo dito, obligando quest'ultimo a piegarsi, ed assumere una deformità detta a martello.(vedi voce dito a martello). Progressivamente si può assistere, a causa dell'alterazione dell'asse di carico del piede, indotto dalla patologia, alla deviazione delle restanti dita.(foto a destra). In presenza di tali deformità associate, oltre alla correzione del 1° dito si deve ricorrere anche alla correzione di quest'ultime.(vedi tecnica dita a martello)
Indiczioni per la Tecnica Chirurgica Tradizionale:
Nei pazienti in cui non trova indicazione la tecnica percutanea (gravi deformità, con lussazioni irriducibili e strutturate angolo intermetatarsale superiore ai 20°, grave degenerazione cartilaginea delle superfici articolari e artrosi conclamata) viene scelta una tecnica chirurgica tradizionale di correzione della deformità.
Tecnica chirurgica Tradizionale:
Esistono diverse tecniche chirurgiche correttive. La scelta dipende dal:
La tecnica secondo Bosch consente di ottenere correzioni fino a 22° di valgismo con una bassa invasività. Viene eseguita con una incisione di pochi centimetri, tramite la quale viene eseguito il taglio osseo viene stabilizzato con un filo di K.(foto a destra) La Bosch che non prevede vede gesti chirurgici sull'articolazione, per cui evita rispetto ad altre tecniche, l'apertura della capsula articolare riducendo così il dolore e fenomeni degenerativi della stessa. l'impiego del filo ha una bassa compliance da parte del paziente e in alcune circostanze può causare rigidità
Tecnica Scarf
Rappresenta la tecnica che è in grado di correggere la quasi totalià delle deformazioni
severe dell’alluce. Prevede una incisione all'altezza della testa metatarsale di circa 5 cm tramite la quale viene, eseguita l'osteotomia per la correzione dell'alluce. La correzione è stabilizzata con 2 viti. E' una tecnica invasiva sia sul piano osseo sia sui tessuti molli.
Postoperatori:
In entrambe le tecniche il carico è concesso, con la scarpetta di Baruk, al 50% dal giorno dopo l'intervento, per le prime 2 settimane poi concesso il carico completo.
Bosch:
la rimozione del filo di K avviene in 4° settimana in ambulatorio. Dopo la rimozione del filo di K può essere utile, un percorso fisioterapico finalizzato al recupero articolare graduale e alla massoterapia linfodrenate.
Scarf
La rimozione delle viti non deve essere eseguita potrebbe esere utile la fisioterapia
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